lunedì, Aprile 29, 2024

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news e suoni dal mondo della musica…a cura di JMAO

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Lazza, io rapper ma senza confini

fonte articolo e foto – ansa.it – redazione musica claudia fascia.

Esce Re Mida, secondo album del giovane artista.

Lazza o Zzala, come ama autocitarsi in molti dei suoi testi come un cameo alla Alfred Hitchcock, a due anni di distanza dal suo primo lavoro in studio, torna con Re Mida, l’album in uscita domani 1 marzo, prodotto da 333 Mob e distribuito da Island Records/Universal Music. Quindici brani, con 5 collaborazioni da Fabri Fibra a Guè Pequeno, passando per Izi, Luché, Tedua.

“La differenza – spiega il rapper 24enne con un passato di studente di pianoforte al Conservatorio di Milano, abbandonato dopo sette anni di studio senza diplomarsi – sta nel fatto che sono nate in maniera spontanea, voluti da me e non combinati dalle case discografiche”. Il risultato, racconta Lazza, tra le nuove leve dell’hip hop italiano, “è il disco di un ragazzo che cerca di farsi strada nel mare di squali della musica italiana, che cerca di migliorarsi e che è cresciuto a livello di esperienza. I miei studi classici? Non credo che la musica abbia confini, a me piace tutta. Sono Lazza, senza canoni e senza confini. Posso ascoltare indifferentemente Frank Sinatra, i Red Hot Chili Peppers, Freddie Mercury o Chick Corea. Meno il rap italiano: non voglio farmi influenzare. Noi musicisti siamo spugne e assorbiamo senza neanche rendercene conto”.

Il titolo vuole essere un po’ provocatorio: “Vorrei che tutto quello che esce dalla mia bocca diventasse oro. Del resto soldi, lusso, marche sono il leit motiv ed emblemi del mondo rap. E tornano anche nelle mie canzoni. Vengo da una famiglia normale, dove mi è stato insegnato a dare il giusto valore al denaro”. I suoi testi sono impregnati anche di riferimenti cinematografici: “Di leggere non ho mai avuto gran voglia, ma il cinema va in parallelo con la musica”. Lazza (“il mio soprannome dai tempi della scuola, dal mio cognome Lazzarini”), le idee chiare le ha avute da sempre. “Ho ascoltato un sacco di cose per capire cosa mi piacesse. Ma quello che sapevo è che volevo vivere di musica, non mi importava quale tipo di musica”. Il Conservatorio, con le sue regole rigide, lo ha abbandonato “perché avevo perso me stesso e mi sentivo un pesce fuor d’acqua” per avvicinarsi al mondo della battle di freestyle. “Ma mi piace portare il pianoforte nei miei live e nei dischi. Soprattutto i più adulti, che hanno difficoltà ad avvicinarsi al mondo dell’hip hop, apprezzano”, racconta ancora Lazza, ammettendo però che ormai rap e trap sono una realtà ben consolidata. “Forse anche l’Italia si sta svegliando. La distinzione non è tra generi musicali, ma tra chi sa scrivere bene e chi non lo sa fare. Ormai il rap sfuma in trap che a sua volta tracima nell’indie. Coez ha sconfinato nel pop, Salmo nel rock”.